Perchè MAMA

Sentivamo la necessità di dare al nostro museo un’identità di marchio efficace, ben definita, riconoscibile e facilmente memorizzabile.

Volevamo creare “un marchio” che rappresentasse il contenuto culturale e artistico di quanto esposto nel museo, racchiudendolo in un “simbolo” grafico e fonetico. Abbiamo quindi scelto un percorso comune a molte realtà museali: l’acronimo.

E’ radicata l’idea che un museo, in quanto entità principalmente votata ad una mission culturale resti fuori da quelli che sono gli schemi classici del marketing, associati ad ambiti comunemente più “commerciali”.

In realtà anche per un museo avere una brand identity, un’“identità di marchio” efficace, ben definita, riconoscibile e facilmente memorizzabile costituisce un elemento imprescindibile per affermare, ribadire e rafforzare la propria identità nel panorama della moltitudine di realtà dello stesso tipo e attrarre un numero maggiore di visitatori.

Il logo rappresenta in altri termini il brand del museo, rispecchia la sua identità, ricorda alle persone ciò che esso contiene al suo interno, evoca in chi lo ha già visitato sensazioni e ricordi, rappresenta per chi non c’è mai stato il segno che diviene facilmente “familiare” di un’entità ancora da scoprire. In altri termini significante e significato di ciò che il museo si propone come fine.

Un trend affermato nell’ambito delle realtà museali è sicuramente quello del ricorso all’acronimo che diventa il logotipo stesso del logo (MAN, MET, MOMA etc.).

Attraverso l’acronimo si ha ovviamente la possibilità di associare un simbolo fonetico facile da ricordare e facile da comunicare al di là della complessità della definizione da cui l’acronimo si origina. L’idea di fondo per il logo/acronimo del Museo di Arte Moderna e Contemporanea Antonio Ortiz Echague di Atzara  nasce da queste considerazioni.  Questa è stata la genesi di: mama, museo di arte moderna e contemporanea atzara (antonio ortiz echague), dove l’ultima “a” per una fortunata coincidenza può rappresentare il termine Atzara, privilegiando la sua identità con la realtà che lo ospita, o fare riferimento all’artista a cui il museo è intitolato, o eventualmente ad entrambi.

La “C” mancante

Facendo riferimento ai termini che compongono la denominazione del museo di Atzara, occorreva trovare una soluzione che permettesse di escludere dall’acronimo la “c” di “contemporanea”, poiché la sua presenza rappresentava in termini di pronuncia un ostacolo, tenendo conto però della necessità di preservarne la presenza in termini di completezza di informazione. Si è pensato quindi di inglobare la “c” mancante nel seguito

“moderna&contemporanea”, attenuando la forzatura della sua assenza nell’acronimo, ribadendone comunque la presenza nel logotipo:

mama

Museo di Arte Moderna&contemporanea Atzara

Museo di Arte Moderna&contemporanea Antonio Ortiz Echague

Quando si crea un logo che è in realtà un “lettering”, cioè il seguito di lettere che compongono l’acronimo, diviene determinante e fondamentale la scelta del font, poiché diviene il tratto distintivo del logo. Nel nostro caso abbiamo optato per una rappresentazione grafica, ispirata ad un’immagine  e più precisamente un suo particolare. Un ballo sardo eseguito dal gruppo folk di Atzara. Nel pittogramma l’acronimo MAMA si forma dall’intrecciarsi delle braccia dei ballerini creando il seguito mama nel suo fluire.