10.00 – 13.00/15.00 – 18.00 – Lunedì chiuso
Una collezione di opere di alto livello
il Museo d’Arte moderna e contemporanea di Atzara, è dedicato ad Antonio Ortiz Echagüe, pittore spagnolo appartenente alla corrente costumbrista che soggiornò ad Atzara dal 1906 al 1909.
La collezione della pinacoteca comunale Antonio Ortiz Echagüe, è costituita da opere che vanno dall’ultimo decennio del 19° secolo fino al 2019. La sua nascita si collega idealmente a importanti vicende del primo ‘900 quando giunsero ad Atzara i pittori costumbristi spagnoli, affascinati dagli aspetti della cultura tradizionale locale. Atzara, vivace e colta, diventò così il centro di elaborazione di un linguaggio pittorico autoctono d’ispirazione iberica e il crocevia obbligato per la formazione di importanti artisti che vi soggiornarono più o meno a lungo: Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala, Carmelo Floris, Stanis Dessy, per citare alcuni artisti, le cui opere fanno parte della ricca esposizione. Sono presenti inoltre opere di Antonio Ortiz Echagüe, Antonio Corriga, Vittorio Tolu, Bernardino Palazzi, Pietro Antonio Manca, Mauro Manca, Gino Frogheri, Antonio Atza, Liliana Cano e altri.
Fu lo stesso Chicharro a convincere il nuovo borsista Antonio Ortiz Echagüe a puntare su Atzara. Questi, a sua volta, vi soggiornò per qualche anno.
Antonio Ortiz Echagüe, nato a Guadalajra nel 1883 aveva appena ventiquattro anni quando giunse in Sardegna. Eduardo Chicharro lo aveva presentato agli amici Antonio Ballero e Francesco Ciusa e con la compagnia di costoro visitò i dintorni di Nuoro fermandosi a lavorare per qualche tempo a Mamoiada e a Dorgali. In compagnia di Ballero conobbe Atzara e qui decise di trattenersi più a lungo.
Ortiz Echagüe è certamente la figura più intrigante degli spagnoli di Atzara.
La sua pennellata larga e pastosa, quel modellare i volumi e gli impasti con disinvolta perizia fanno della sua pittura un riferimento di eccezionale interesse. Era stato un ragazzo prodigio e nella maturità uno dei pittori più affermati del periodo. L’opera più famosa dipinta da Ortiz in Sardegna è senz’altro “La festa della confraternita di Atzara” esposto a Roma nel 1909 ed ora al Museo di San Telmo a San Sebastian in Spagna.
Questo processo d’informazione, che, mobilitando le giovani energie artistiche sarde di allora, finirà col condizionare a lungo ed in profondità l’elaborazione di un linguaggio autoctono, le scelte stilistiche, il timbro pittorico e le stesse tematiche fatalmente collegate a quel filone del “costumbrismo”, rappresentavano tanta pittura iberica, nei lustri a cavallo tra il vecchio ed il nuovo secolo.
L’arte sarda fino a quel momento era relegata in condizioni di emarginazione rispetto a tutti quei fermenti creativi e innovatori che segnavano l’Italia continentale ed il resto d’Europa, ma con gli spagnoli arrivano in Sardegna segnali più o meno riflessi e messaggi sugli assetti verso cui si indirizza la ricerca delle correnti pittoriche europee degli ultimi decenni dell’800 .
Tutte queste presenze hanno costituito un motivo d’attrazione tanto forte da richiamare osservatori d’eccezione seppure giovanissimi come Giuseppe Biasi e Filippo Figari i quali iniziarono in tal modo una sorta di pellegrinaggio devoto e sempre più intenso verso il paese del Mandrolisai dove si andavano gettando le basi per una sorta di accademia spontanea che si andrà sviluppando in forma quasi continuativa per lunghi anni. Percorreranno la pista atzarese Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala, Carmelo Floris e Stanis Dessy.
Filippo Figari confessava la suggestione e la grande influenza esercitata dai giovani pittori spagnoli sugli artisti sardi di quel momento.
Figari prese dimora ad Atzara nel palazzo dei Conti di San Martino dove poté attrezzare uno studio ampio e idoneo ad ospitare le grandi tele per la sede delle Corporazioni, del Palazzo di Piazza Carmine a Cagliari dove rappresenta anche gli abiti tradizionali di Atzara.
Figari durante un viaggio conobbe a Positano il pittore tedesco Richard Scheürlen, che rimase particolarmente colpito dalla freschezza della sua pittura. Scheürlen, instancabile viaggiatore, attento e colto conoscitore dei movimenti artistici europei, si fece convincere a visitare Atzara dove la sua pittura avrebbe trovato più che altrove
occasioni ispiratrici ancora più coerenti, e vi si trasferì per viverci e lavorarci a lungo.
La nascita del museo d’Arte Moderna e Contemporanea dedicato ad Antonio Ortiz Echagüe, a lungo accarezzata, è frutto di una straordinaria sinergia d’intenti tra Antonio Corriga, direttore onorario del museo fino alla sua scomparsa e l’Amministrazione comunale e regionale di allora, grazie alle quali si deve l’idea stessa del museo.