Contemporary. Le nuove frontiere dell’arte in Sardegna

23 Giugno 2018
Contemporary. Le nuove frontiere dell’arte in Sardegna

Tipo evento: Mostra

Dove: Museo MAMA

 

Il percorso espositivo temporaneo ospitato nelle sale del Museo Ortiz dal 23 Giugno al 30 Novembre 2018, ha l’interessante titolo “Contemporary. Le nuove frontiere dell’Arte in Sardegna”.
Già dal titolo, si evincono i significati più profondi di questa collettiva, che vede per la prima volta esposti nello stesso percorso questi artisti. Contemporary, Contemporaneo. Partire dagli studi nel luogo di origine, formarsi e avere la passione necessaria per guardare al passato, operare nel presente (che è, appunto, il nostro Contemporaneo) ed essere aperti al futuro. E attraverso questa passione, mostrare a chiunque voglia guardare, il fermento del rinnovamento e le prospettive del futuro dell’Arte.
Gli artisti presenti nella collezione permanente del Museo Ortiz e quelli presenti in mostra temporaneamente, hanno percorso una cammino molto simile e in questo è molto suggestivo e costruttivo il confronto. Quindi, non è solo la nascita e la prima formazione Accademica avvenuta in Sardegna, non è solo il trasferimento in altri Paesi e l’esposizione in importanti Gallerie.
“Sono passati tanti anni e ciò che colpisce è che forse nulla è cambiato: i giovani artisti sardi, oggi come nei primi anni del ‘900, si distinguono per l’eccellenza del loro lavoro, sia in Italia che all’Estero.
La mostra Contemporary, non andrebbe classificata solo in base ai significati visibili, si sbaglierebbe l’approccio con l’ essenza stessa dell’ Arte, specialmente di quella Contemporanea.
“Tutti gli artisti denunciano e invitano lo spettatore ad un’ accurata osservazione della realtà, ad un approccio armonico, opposto agli inganni che spesso procurano le sole apparenze. Hanno uno sguardo amaro ed impotente davanti alla realtà. Così Balia declina la sua visione del mondo in chiave romantica e la rappresenta con colori puri, forti e allegri; Caredda ne ha la percezione catastrofica di un uomo scellerato, rappresenta e ci avverte di una distopia futura, ma non troppo lontana; Mattu stoicamente non smette di suggerire di guardare al passato e cogliere la verità della storia per non commettere gli stessi errori nel presente; Fanari da buon nichilista annulla la corporeità dell’uomo lasciandolo come un essere vuoto e senza speranza; Pibi contempla uno stato di grazia tutto simbolico, ricreandolo senza nessuna presenza umana; Matta, invece, fa i conti con la dura realtà annientando le proprie speranze perché sopraffatte dagli egoismi dell’uomo e dalle sue smisurate ambizioni; Pattusi ripropone un’atmosfera scientifica cinque-seicentesca in cui gli scienziati non hanno ancora individuato la formula per sanare la società.